WASHINGTON, DC – Prestando giuramento nelle mani del Chief Justice della Corte Suprema John G. Roberts, Joseph R. Biden è stato inaugurato Presidente degli Stati Uniti d’America, al termine della transizione di poteri più drammatica della storia recente. Poi, con sobrietà e misura, si è cimentato nel discorso più impegnativo dei suoi 47 anni di attività politica.
Joe Biden ha scelto toni bassi, enfatizzando le responsabilità del suo ufficio e minimizzando i poteri del suo ruolo. Così facendo ha deciso di farsi interprete del delicato momento.
D’altra parte, nelle circostanze, il discorso inaugurale del 46° POTUS non poteva manifestare le certezze fulminanti di Ronald Reagan, o l’ottimismo pervasivo di Bill Clinton, né la seducente leggerezza di Barack Obama. Serviva piuttosto lo spirito di Bobby Kennedy. Nell’aprile 1968, con l’America sotto shock per l’assassinio di Martin Luther King Jr., Bobby Kennedy tenne un discorso di soli cinque minuti, ma pieno di empatia e compassione, che fu capace di curare la ferita sanguinante di un paese lacerato dalle tensioni razziali.
Il Presidente Biden si è focalizzato sulla riposta alle crisi sanitarie ed economiche e ha chiesto alla nazione di abbandonare la divisione alimentata da Donald Trump, con la formula di rito “sarò il Presidente di tutti gli americani”.
Ma il suo messaggio di riconciliazione sarà messo a dura prova dalla determinata volontà dei Democratici di mettere Trump sotto impeachment. La loro intenzione di mettere alla sbarra l’ex Presidente davanti al Senato rischia di scuotere i primi giorni di presidenza di Biden e di gettare benzina sullo stesso fuoco che Biden cerca di spegnere. Il Presidente non gradiva un processo contro Trump per i disordini a Capitol Hill, ma ciò non ha fermato la macchina del redde rationem.
Significativamente, Biden ha segnalato l’impegno a rispettare il cerimoniale della presidenza americana dopo il caotico mandato di Trump. Il nuovo inizio comincia dalle forme della democrazia.